E’ il momento del cordoglio, del rispetto, della pietà, ma non ci uniamo al solito festival della tragedia italiana, non è l’ennesima tragedia del lavoro, no per favore non può ripetersi ogni volta alla stessa maniera.
Non è crollato solo un cantiere, a Firenze è crollata la serietà di ogni istituzione preposta a difendere i lavoratori.
Il rituale di queste tragedie prevede l’iniziale rispetto per il sangue dei lavoratori e la corsa all’individuazione del responsabile, qualsiasi responsabile, tanti responsabili, sempre gli stessi e mai se stessi, dichiarazioni ufficiali, cortei istituzionali e cortei di migliaia di donne, uomini e ragazzi che urleranno il dolore per queste vite spezzate. E poi la solitudine dei familiari delle vittime.
SI, continueremo a urlare “Mai Più”, questo dolore è il nostro dolore, questo sangue è il nostro sangue.
Oggi diciamo, che da oggi non da domani, chiunque di noi abbia rispetto della vita umana, chi per ruolo chi per credo o semplicemente perché umano urli il proprio disprezzo per chi disprezza la vita umana, ogni vita persa sul lavoro è un OMICIDIO, non esiste fatalità.
Mille e più vite perse ogni anno gridano giustizia.
Siamo tutti colpevoli, e se continuiamo a dire che non possiamo far nulla, o a non fare cambiar nulla lasciando fare ai soliti, siamo e saremo tutti “ASSASSINI”.
Fermiamo la strage, fermiamoci tutti, se da tanti anni, troppi, chi deve difendere i lavoratori, le loro vite la loro dignità ha smesso di farlo fermiamo anche loro.
Giuseppe Filannino Presidente Nazionale “Mai Più Vittime sul lavoro”