I fattori che possono causare una malattia professionale al lavoratore sono diversi. Dall’esposizione a polveri, radiazioni e sostanze nocive ai rischi legati all’esposizione a rumore e vibrazioni, fino ad arrivare a disturbi muscolo-scheletrici (movimentazione manuale dei carichi e non solo), allo stress lavoro-correlato e molto altro ancora.
Vi sono delle malattie professionali che vengono definite tabellate e che sono quelle inserite appunto nelle tabelle indicate dalla normativa di riferimento. (Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali). L’elenco delle malattie professionali viene poi aggiornato nel tempo. L’ultima è la revisione approvata dal Decreto del 10 ottobre 2023 (Revisione delle tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura), in vigore dal 19 novembre 2023.
Questo non significa, tuttavia, che le patologie non tabellate non possano essere riconosciute come malattie professionali. Infatti, nel primo caso (malattie tabellate) il lavoratore non ha bisogno di dimostrare l’origine professionale della malattia, mentre per le malattie non tabellate avrà l’onere di dimostrarne la causa professionale, per ottenere l’indennizzo Inail.
I disturbi muscoloscheletrici correlati all’attività lavorativa, ad esempio, sono tra i più comuni nel mondo del lavoro (circa i due terzi delle malattie professionali in Italia sono rappresentati da tecnopatie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo).
In caso di malattia professionale, l’Inail indennizza i danni provocati, prevedendo prestazioni di carattere economico(sanitario).
L’indennità viene calcolata in base alla retribuzione del lavoratore, percepita prima di effettuare la denuncia di malattia professionale. Quest’ultima prevede diversi step, che – semplificando – possono essere riassunti come segue:
- comunicazione al datore di lavoro, se il rapporto è ancora in essere;
- denuncia m.p. tramite medico certificatore;
- invio della denuncia, da parte del datore di lavoro, all’Inail competente per il territorio;
- verifica, da parte dell’Inail, della sussistenza della malattia professionale;
- erogazione delle somme previste, se la malattia rientra tra quelle tabellate o se il lavoratore dimostra il nesso causale tra attività lavorativa e malattia.
E’ molto importante sapere che, per alcune patologie, il nesso tra attività lavorativa e malattia professionale può emergere anche a distanza di anni, addirittura dopo la cessazione del rapporto lavorativo, quindi il lavoratore può comunque avere diritto ad un indennizzo Inail.